Ha vissuto per 7 mesi con il terrore di uscire di casa. Perché l´ex fidanzato, un vittoriese di 34 anni (famiglia per bene), l´ha continuamente sottoposta a uno stress ansioso per telefono e con il computer. Messaggini e mail a sfondo ricattatorio: "O torni con me o dico a tutti quello che abbiamo fatto a letto. Svelo i nostri segreti più intimi".
La vittima, una ragusana di 34 anni (anche lei appartenente a una famiglia per bene), alla fine s´è decisa di rivolgersi alla Squadra mobile di Ragusa e di raccontare la sua odiessea. Al capo della Mobile Francesco Marino ha detto di avere avuto paura di uscire di casa e dal posto di lavoro, che tra l’altro, svolge di notte, di temere seriamente per la propria incolumità personale.
L’unica colpa della donna è stata quella di interrompere il fidanzamento con il vittoriese coetaneo. L’uomo, dopo essere stato lasciato ha iniziato a tormentare l’ex compagna, ad intromettersi nella sua vita privata e a perseguitarla con telefonate ripetute ed indesiderate. Persecuzione, che oggi si chiama stalking.
E il giudice Vincenzo Ignaccolo ha agito in via precauzinale, prima che la vicenda degeneresse. Ha imposto il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla persona offesa. Il giovane che non vuole rassegnarsi a perdere l´amore può andare dove gli pare ma non nei posti frequentati dalla sua ex. Altrimenti la polizia lo andrà a prelevare per portarlo in carcere.
Il questore Giuseppe Oddo giustifica l´intervento a livello psicologico. «In situazioni normali, quando si cerca di stabilire una relazione con qualcuno, la maggior parte delle persone è in grado, dopo alcune risposte negative, di comprendere che l´altra persona non è interessata. Ma l´indagato non si è reso conto che il continuare a insistere ulteriormente poteva significare dare inizio ad una condotta di stalking». Questo quanto dichiarato dal questore, Giuseppe Oddo.